L’economia circolare è un modello economico progettato per ridurre gli sprechi e che ha come elemento chiave quello di massimizzare l’efficienza nell’uso delle risorse, quale risposta sostenibile alle sfide ambientali. A differenza del tradizionale modello lineare dell’economia, che segue il percorso “prendi, produci, usa, getta”, l’economia circolare mira a chiudere il ciclo dei materiali, mantenendo prodotti, componenti e materiali in circolazione il più a lungo possibile attraverso strategie come il riciclo, il riutilizzo e la rigenerazione.
In Italia, l’adozione dell’economia circolare quale modello di sviluppo sostenibile è diventata sempre più importante, tanto da rappresentare un’eccellenza che incentiva il modello di sostenibilità per la transizione ecologica della filiera energetica, verso un adeguamento della normativa nazionale agli obiettivi posti dall’Europa e con azioni di sviluppo codificate in base ai 5 pilastri di circolarità:
Ovvero processi quali individuazione nuovi feedstock per produzione di biocarburanti e sviluppo della filiera rifiuti solidi urbani e used cooking oil con accordi tra aziende e soggetti GDO
Che guarda a processi di riconversione, repowering e revamping delle infrastrutture esistenti per gas e produzione elettrica, così come la realizzazione di energia rinnovabile in aree industriali riqualificate
Con azioni di sviluppo relative allo sviluppo di fonti rinnovabili, sottoprodotti, rifiuti indifferenziati e plastici non riciclabili.
Azioni integrate per interventi di efficienza energetica
Che riguardano la produzione di idrogeno, biometano, recycled carbon fuels, biocombustibili come bioGPL, bioGNL, HVO, DME.
Nell’economia circolare è il consumatore ad essere parte integrante di questo sistema in quanto, per adottare pienamente l’economia circolare, è necessario un profondo cambiamento dei modelli di consumo. È quindi indispensabile rendere il consumatore pienamente consapevole di questo suo ruolo attivo.
Nel 2022 è stata approvata, con Decreto ministeriale n. 259, del 24 giugno 2022, la Strategia Nazionale per l’economia circolare, quale documento programmatico volto all’individuazione delle azioni, obiettivi e misure che si intendono perseguire nella definizione delle politiche istituzionali volte ad assicurare un’effettiva transizione verso un’economia di tipo circolare. Con la “Strategia nazionale per l’economia circolare”, si intende, –si legge nello stesso documento –in particolare, definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, affinché siano competitive in termini di disponibilità, prestazioni e costi rispetto alle materie prime vergini. A tal fine, la Strategia agisce sulla catena di acquisto dei materiali (Criteri Ambientali Minimi per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione), sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), sulla responsabilità estesa del produttore e sul ruolo del consumatore, sulla diffusione di pratiche di condivisione e di “prodotto come servizio”. La Strategia, inoltre, costituisce uno strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e definisce una roadmap di azioni e di target misurabili da qui al 2035.
Anche la proposta di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima richiama la necessità che l’economia circolare entri a far parte degli standard del mondo produttivo e manifatturiero; se alcuni settori sono già molto avanti nel recupero e nel riciclo, occorre intensificare la ricerca di soluzioni che minimizzino l’utilizzo di materie prime, oltre che i consumi del ciclo produttivo, e riducano gli scarti, attuando con misure concrete la strategia per l’economia circolare.
Infine, si ritiene che le partnership tra settore pubblico e privato siano cruciali per promuovere l’economia circolare. La collaborazione tra governo, imprese e organizzazioni della società civile può accelerare l’adozione di pratiche circolari. È essenziale promuovere tutte le tecnologie in grado di dare un contributo ambientale, partendo dalle soluzioni oggi più accessibili e al tempo stesso in grado di garantire un immediato abbattimento delle emissioni. Diventa quindi importante offrire una pluralità di soluzioni tecnologiche e innovative in grado di rispondere alle diverse esigenze e possibilità dei consumatori finali, in modo che ciascuno possa realmente contribuire alla transizione, poiché in questo processo il comportamento e le scelte del consumatore finale rappresentano una leva essenziale per l’affermazione di nuovi modelli di consumo sostenibili.