Transizione ecologica

Scenario

Con transizione ecologica ci si riferisce oggi al processo di trasformazione dell’economia e della società verso modelli di produzione e consumo più sostenibili che preservino la salute e prosperità del pianeta, attraverso azioni sociali, ambientali ed economiche. Ciò guarda all’inclusione nello scenario di riferimento di azioni di intervento come: l’impiego di fonti di energia rinnovabile, l’utilizzo di tecnologie più pulite,  l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni.

Il Piano Nazionale di Transizione Ecologica

Per affrontare tali sfide e assicurare una crescita che preservi salute, sostenibilità e prosperità, nel giugno del 2022 viene pubblicato il Piano Nazionale di Transizione Ecologica (PTE) il trasversale documento di riferimento che guarda con un approccio sistemico alla programmazione di una serie di misure sociali, ambientali, economiche e politiche, aventi come obiettivi, in linea con la politica comunitaria, la neutralità climatica, l’azzeramento dell’inquinamento, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia, il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Il PTE individua tre presupposti per il successo della transizione ecologica:

Strategie, obiettivi e priorità a livello nazionale

In Italia, le linee di indirizzo sul tema della transizione ecologica in coerenza con l’Agenda 2030 e con la previsione di un completo raggiungimento degli obiettivi per il 2050 (come prefissato nella Long Term Strategy nazionale),  sono state integrate nel PNIEC e riguardano una transizione giusta ed efficiente che promuove lo sviluppo sostenibile in tema di ambiente, energia e clima secondo le dimensioni strategiche UE tratte dal Pacchetto Fit For 55. Queste possono essere suddivise in:

Relativa alla riduzione delle emissioni e l’assorbimento gas serra, l’energia rinnovabile, per i settori elettrico, termico e trasporti; i punti chiave riguardano la diminuzione della domanda di energia riducendo mobilità privata e consumi in ambito civile, l’accelerazione delle rinnovabili e della produzione di idrogeno, l’adozione di tecnologie che compensino il gap emissivo dei settori non energetici.

Include quanto previsto delle Direttiva Efficienza Energetica (EED) e prestazione energetica degli edifici (EPBD), riscaldamento, pompe di calore, tasso di ristrutturazione elettrificazione dei consumi, isolamento termico e automazione e controllo degli edifici; gli interventi per il potenziamento della produzione di energia rinnovabile guardano alla semplificazione dei meccanismi autorizzatori alla costruzione delle infrastrutture inerenti agli investimenti PNRR. Lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili promuoverà importanti opportunità di investimento, fondamentali per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione. L’adeguamento delle competenze necessarie per il processo di transizione, inoltre, contribuirà anche alla creazione di nuove opportunità professionali.

Per contrastare gli effetti degli eventi bellici, la volatilità dei mercati e dei prezzi delle risorse. Definisce obiettivi e scenari per la rete sistema elettrico e le infrastrutture energetiche, con il fine di potenziare le infrastrutture per la sicurezza degli approvvigionamenti. In particolare, il gas ed i sistemi di accumulo faciliteranno la penetrazione delle rinnovabili; i mix di gas con idrogeno e biometano faciliteranno il trasporto di questi ultimi verso i clienti finali; l’impiego dei gas in tutte le sue forme (CNG, GNL, GPL) garantirà la sicurezza di approvvigionamento anche per le utenze non collegate alla rete e per gli impieghi (trasporto stradale e marittimo) hard to abate.

Con l’obiettivo di integrazione dei mercati energetici UE "rafforzando il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell'area mediterranea; punto chiave la valorizzazione i processi di riuso e riciclo delle risorse per il mantenimento del valore produttivo dei materiali e l’estensione della vita utile degli asset e delle aree produttive esistenti. Favorire la transizione verso l’economia circolare prevedendo la produzione di vettori energetici sostenibili anche attraverso iniziative di sinergia con il territorio locale e di simbiosi industriale è una delle aree di investimento più importanti di questa fase

La filiera del recupero può presentare un’opportunità di specializzazione a livello nazionale generando significativi ritorni sotto il profilo occupazionale e riducendo la dipendenza dell’importazione di materia. In particolare, l’obiettivo è quello di individuare congiuntamente le nuove filiere produttive, nuovi lavori, nuove progettualità legate ai processi di rigenerazione urbana, all’economia circolare, al riuso e riconversione degli spazi urbani e produttivi valorizzando le ricadute locali. Prevedere di indirizzare parte dei fondi dedicati alla transizione ecologica anche  ad azioni di questo tipo, investendo su una valutazione d’impatto finalizzata a generare essa stessa impatti sociali ed economici, sarà fondamentale per incidere su una transizione equa e socialmente sostenibile.  

Nel quadro nazionale, le politiche a sostegno della transizione nell’ambito energetico, identificano le filiere strategiche del Paese nelle quali si può mantenere o sviluppare una leadership internazionale, partendo dalle vocazioni tecnologiche esistenti non solo energetiche ma anche dei settori connessi (es. componentistica automotive).

Nell’ottica della diversificazione degli approvvigionamenti e dell’incremento della sicurezza energetica nazionale, inoltre, il sistema “molecolare” dei gas, avrà un ruolo essenziale nel traghettare il processo di transizione energetica verso una concreta  e sostenibile attuazione dei target energetici e ambientali unito all’ampliamento su parte dei consumi del vettore elettrico e a forme di accumulo chimico di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

In questo quadro i processi di decarbonizzazione sono parte fondamentale, in cui l’Italia è impegnata attraverso la pianificazione della transizione ecologica per ridurre le emissioni e contribuire a limitare l’andamento delle temperature globali in aumento, derivanti da queste. L’effort è passare da una riduzione media annua di emissioni nazionali di CO2eq di poco superiore a 3 Mt/a a oltre 16 Mt medie/annue da realizzare nel prossimo decennio, dove sarà necessario puntare su un portafoglio di soluzioni decarbonizzanti sulla base di un criterio di massimizzazione dell’efficacia delle stesse per non mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi e illustrare il valore potenziale di una strategia di diversificazione delle possibili soluzioni di riduzione delle emissioni.

A prescindere da considerazioni relative alla fattibilità di uno scenario di decarbonizzazione basato unicamente su rinnovabili (i.e. idroelettrico, eolico e fotovoltaico ma anche idrogeno verde, bioenergie e geotermia), un approccio “inclusivo” che contempla anche l’utilizzo di soluzioni low carbon e rinnovabili non elettriche (i.e. cattura industriale, prodotti blu, biometano, prodotti gassosi liquefatti bio e rinnovabili) consente una trasformazione del sistema energetico più efficiente in termini di costo e di velocità nella risposta.

È opportuno pianificare accuratamente i tempi della transizione articolandoli sulla base dell’evoluzione tecnologica, dello sviluppo delle relative filiere nazionali e della reale evoluzione del mix energetico. È necessario utilizzare ed esportare da subito le tecnologie mature, sfruttando gli insediamenti industriali integrati e sostenere le tecnologie di riuso della CO2 e di produzione dei low carbon fuels attraverso un progressivo adeguamento dei siti produttivi.

Prospettive per la transizione

Rispetto ad altri Paesi europei, il sistema energetico nazionale presenta una maggiore dipendenza dalle importazioni e prevede per il prossimo futuro opzioni tecnologiche limitate all’impiego delle fonti rinnovabili e del gas per la produzione di elettricità e per i consumi di alcuni rilevanti settori industriali e civili. L’Italia gode comunque di una posizione geografica ottimale per l’ulteriore crescita di fonti rinnovabili e per la diversificazione delle rotte di importazione del gas, può contare su riserve di gas naturale non utilizzate, su capacità di stoccaggio incrementabili e su reti di trasporto e trasmissione diffuse nel territorio. La leadership in Europa nella produzione di biocarburanti e di importanti eccellenze nei processi di economia circolare costituiscono ulteriori leve per la transizione energetica sostenibile. Il gas manterrà in Italia un ruolo indispensabile nel medio termine, nonostante il consistente sviluppo previsto per le fonti rinnovabili elettriche, e non sarà completamente sostituibile dal biometano e dall’idrogeno. Sarà quindi necessaria anche la realizzazione di sistemi di stoccaggio e di utilizzo della CO2 per accelerare i processi di decarbonizzazione in alcuni settori industriali.

Rispetto ad altri paesi europei, il sistema energetico nazionale presenta una maggiore dipendenza dalle importazioni e prevede per il prossimo futuro opzioni tecnologiche limitate all’impiego delle fonti rinnovabili e del gas per la produzione di elettricità e per i consumi di alcuni rilevanti settori industriali e civili. L’Italia gode comunque di una posizione geografica ottimale per l’ulteriore crescita di fonti rinnovabili e per la diversificazione delle rotte di importazione del gas, può contare su riserve di gas naturale non utilizzate, su capacità di stoccaggio incrementabili e su reti di trasporto e trasmissione diffuse nel territorio. La leadership in Europa nella produzione di biocarburanti e di importanti eccellenze nei processi di economia circolare costituiscono ulteriori leve per la transizione energetica sostenibile. Il gas manterrà in Italia un ruolo indispensabile nel medio termine, nonostante il consistente sviluppo previsto per le fonti rinnovabili elettriche, e non sarà completamente sostituibile dal biometano e dall’idrogeno. Sarà quindi necessaria anche la realizzazione di sistemi di stoccaggio e di utilizzo della CO2 per accelerare i processi di decarbonizzazione in alcuni settori industriali.

È importante per la sicurezza degli approvvigionamenti e la decarbonizzazione dei trasporti che i nuovi biocarburanti e i low carbon fuels, necessari e complementari alla mobilità elettrica continuino il loro processo di sviluppo. In questo contesto sarà decisiva la revisione (2026) della disciplina europea che prevede zero emissioni per le auto nel 2035. Tali combustibili possono avere un ruolo significativo anche nel trasporto pesante, marittimo ed aereo.

L’aggiornamento del PNIEC e la revisione del PNRR hanno offerto l’occasione per un confronto con il Governo su programmi coordinati di realizzazione delle infrastrutture energetiche, di riferimento per le decisioni di investimento nel medio – lungo periodo.

Il MASE ha inoltre recentemente avviato una nuova consultazione per la stesura del PNIEC che entro il 30 giugno 2024 verrà inviato in versione definitiva alla Commissione Europea.

Il processo di negoziazione con le Istituzioni europee sui capitoli aperti del Fitfor55 e del REPowerEU sono il contesto nel quale definire il contributo dell’Italia alla transizione, sostenere i fattori abilitanti di competenza europea e proporre inoltre una visione geopolitica di maggiore collaborazione con i Paesi del Mediterraneo, area di tradizionale presenza degli operatori italiani, al fine di diversificare gli approvvigionamenti energetici e di incentivare modelli di sviluppo infrastrutturale sostenibili e integrabili.